È stato un momento toccante, quello vissuto il pomeriggio del Giovedì Santo dai ricoverati nell’hospice San Francesco e dai loro familiari, toccante nel vivere in modo profondo il senso di servizio e di condivisione che la liturgia della Messa “in Coena Domini” esprime.
Il vescovo Domenico, riservando alla celebrazione solenne in Cattedrale l’orario serale, è solito il pomeriggio del Giovedì Santo svolgere – sulla scia di papa Francesco – la liturgia con la lavanda dei piedi in luoghi che esprimano in modo più diretto possibile la vicinanza della comunità cristiana alle varie forme di sofferenza. E stavolta si è recato alla struttura dell’Asl reatina che accoglie i malati allo stadio terminale.
Accanto a lui, il diacono Nazzareno, responsabile della Pastorale della salute, e il cappuccino padre Antonio, che assieme agli altri due confratelli (il conventuale padre Luigi e il minore padre Marcello) della fraternità francescana interobbedenziale di Rieti si alterna nel delicato servizio di cappellano dell’hospice. La Messa è stata celebrata nel reparto stesso dove si trovano i degenti, con le porte delle stanze aperte così da permettere anche a chi è immobilizzato a letto – per quanto le condizioni di ciascuno consentissero – di poter ascoltare lo svolgimento del rito e le parole di profonda condivisione che monsignor Pompili ha espresso nell’omelia.
Commovente il momento in cui il vescovo si è chinato dinanzi a due malati e cinque familiari di ricoverati per lavare loro i piedi. E assai toccante il giro da lui fatto, al termine, fra tutti i letti, portando la Comunione a chi non si era potuto alzare e amministrando anche il sacramento dell’Unzione a quanti lo hanno richiesto.
A ricordo dell’intenso momento spirituale vissuto, una preghiera intonata alla grande sofferenza che la struttura dell’hospice accoglie in sé, nello spirito della speranza cristiana che scaturisce dalla Croce di Cristo.