Il medico torna al centro come persona che cura persone

Un confronto intenso e partecipato ha segnato la festa di san Luca evangelista, patrono dei medici, che si è svolta sabato 18 ottobre all’ospedale “San Camillo de Lellis” di Rieti. Alla presenza del vescovo Vito Piccinonna e dei direttori nazionale e regionale della Pastorale della Salute, don Massimo Angelelli e don Carlo Abbate, l’incontro ha riunito medici, infermieri e operatori sanitari attorno a un tema che attraversa il tempo post-pandemico: «Il ruolo e la figura del medico nella società post Covid, tra professione, missione e spiritualità».

Nel corso del dialogo, introdotto dai saluti istituzionali e dai responsabili della Pastorale della Salute, è emersa con forza l’idea che la cura non si esaurisce nella terapia. Non si ha a che fare con una patologia, ma con una persona, è stato ricordato. La malattia, è stato detto, coinvolge la totalità dell’esistenza: storia, affetti, relazioni. Per questo la medicina deve tornare a guardare al malato come a un volto, non a un numero di letto o a un caso clinico.

Dall’esperienza del Covid è giunto un monito: la distanza imposta dalle mascherine e dall’isolamento ha prodotto una ferita profonda nel rapporto tra medico e paziente, riducendo lo spazio dell’incontro umano. Riaprire quel varco, restituire contatto e ascolto, è oggi la sfida principale della sanità.

L’umanizzazione delle cure, tema più volte richiamato nel corso della mattinata, passa per la capacità di “stare accanto”, di riconoscere la sofferenza come esperienza condivisa e non solo come fenomeno da trattare. È in questa prospettiva che la professione medica ritrova la propria dimensione vocazionale, intrecciando competenza e compassione, scienza e spiritualità.

La mattinata si è conclusa nella cappella dell’ospedale con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Vito Piccinonna, momento di ringraziamento e affidamento per quanti, ogni giorno, vivono la cura come segno concreto di fraternità e speranza.

L’iniziativa si è conclusa con un conviviale condiviso lai locali della radioterapia oncologica.