Ccoronavirus: un fenomeno complesso e drammatico

Sto vivendo questo lungo periodo di pandemia covid 19 con sentimenti contrastanti tra la determinazione di continuare il mio lavoro ambulatoriale da una parte e il timore di rendere insicura la mia famiglia per i numerosi contatti esterni che mi trovo ad avere.

Tra la sicurezza e determinazione di spirito che ancora mi pervade (come quando da giovane medico frequentai per circa un anno la Cardiologia dell’ospedale Sacco di Milano e accompagnavo i miei colleghi alle consulenze cardiologiche in malattie infettive ove vi erano i primi contagi della allora sconosciuta ed ancor oggi temuta Sars provenienti da Hong Kong) e momentanei interrogativi ma subito fugati di isolarmi e tirare i remi in barca.

Ciò perché stiamo vivendo questa pandemia anche con una inaspettata incertezza comunicativa che ci viene somministrata attraverso i media.
I dati giornalieri che vengono pubblicati da parte degli esperti e dalle autorità sono infatti spesso contrastanti e contraddittori.

Come mio parere personale posso dire che la problematica non è ancora risolta a livello culturale e quindi operativo e che pertanto si impone la massima prudenza e attenzione con l’obbligo di attenersi alle 3 regole principali:

  • distanziamento sociale;
  • uso di mascherine;
  • lavarsi accuratamente e spesso le mani.

Altro dato preoccupante e lo dico come cardiologo è l’aumento statistico della mortalità cardiovascolare (ciò vale anche per le problematiche oncologiche).

La popolazione infatti per timore di contrarre il virus si reca molto meno alle visite preventive presso gli ambulatori cardiologici per cui l’incidenza di morbilità e mortalità per infarto miocardico e scompenso cardiaco è in aumento.

La popolazione ha infatti la sensazione a volte errata che non esista un percorso protetto nell’accedere a tali servizi, per cui pur in uno sforzo generale della sanità pubblica( in cui io credo fermamente) a rendere tutti sicuri avverte questo gap che alla fine è piu culturale degli individui che reale. Pertanto il mio consiglio è di non avere timori nell’accedere alla diagnostica preventiva cardiologica ed oncologica per non pagare troppo caro il conto della nostra salute generale. Naturalmente auspico che le strutture pubbliche facilitino l’accesso e la riduzione delle liste di attesa per gli utenti garantendo loro la massima sicurezza come detto del percorso

Cosa vedo per il futuro? Ritengo che ancora per pochi mesi forse un anno necessiti la massima attenzione per i contagi ancora in lento aumento in Italia e ancor più negli altri paesi Europei e poi entro il 2021 come dice il prof Antony Fauci si potranno vedere i positivi risultati dei nuovi farmaci e vaccini fino a veder completamente debellata questa pandemia nel 2022.

Dr Serafino Orazi – Cardiologo del Centro Sanitario Diocesano

(Foto di Juraj Varga da Pixabay)