XXVI giornata mondiale del malato. Il direttore ci scrive…

I CRISTIANI SONO CHIAMATI A RENDERE RAGIONE DELLA SPERANZA CHE E’ IN LORO”

ecco tuo figlio…ecco tua madre” e da quell’ora il discepolo l’accolse con se (Gv. 19,27). La prospettiva nella quale si colloca il tema scelto dal Santo Padre per la XXVI Giornata Mondiale del Malato è al vertice del dramma cristiano. Non c’è dramma più grande. La scena è quella – difficile, oscura e tragica – della Crocefissione di Gesù. In questo quadro si compie nella sofferenza del Cristo e la nascita della Chiesa

In questo sacrificio nasce la comunità cristiana, quella Mater Ecclesiae che ci consola, ci aiuta e ci guida nei momenti più difficili. Nasce la Chiesa che è capace di accogliere, guardare e parlare al popolo cristiano; quel popolo che deve amare, rispettare la Chiesa Maria: entrambi parti essenziali (il popolo cristiano e la Chiesa) del progetto divino a noi proposto. Progetto in base al quale ogni cristiano deve aiutare chi si trova nella difficoltà o nella malattia, senza chiedersi se questi sia cristiano o meno. L’aiuto morale o materiale apportato deve essere fatto nel nome di Cristo e nel nome dell’appartenenza al Suo popolo. Entrano qui in gioco i concetti di sofferenza, compassione, empatia amore e speranza, che ogni cristiano dovrebbe fare propri in ogni suo piccolo o grande gesto quotidiano.

Voglio sottolineare come questa XXVI Giornata cada nella domenica in cui la lettura del Vangelo ci propone l’episodio di Gesù che guarisce il lebbroso. La lebbra quella malattia che esclude l’uomo ed il fratello dalla comunione con Dio e gli altri uomini. Questa lettura rafforza il significato della Giornata Mondiale del Malato e gli da il significato proprio, vero e autentico, in quanto essa ci deve far guarire dalla lebbra del nostro egoismo per guardare con occhi nuovi tutti coloro che rimangono ai margini della nostra società, della nostra comunità, per far arrivare a loro la bontà di Gesù che ama ogni uomo. A differenza nostra, che selezioniamo chi amare secondo la nostra convenienza.

Il mondo è ammalato, non ce ne rendiamo conto, non lo comprendiamo, pensiamo ad altre cose, ma noi abbiamo la sorgente di ogni guarigione: Gesù Cristo. Egli si avvicina noi, prende contatto con la nostra lebbra e le nostre malattie per farci dono della sua guarigione: la resurrezione. Infatti, il lebbroso del Vangelo è purificato e guarito.

Questo mio messaggio vuole essere, in occasione di questa XXVI Giornata Mondiale del Malato, il saluto, l’abbraccio, la carezza del nostro Vescovo Domenico a tutte le persone che non possono partecipare alle nostre celebrazioni. Questo messaggio è dedicato a tutti coloro che vivono nella malattia, nella sofferenza e nella fragilità: il mio pensiero principalmente va a coloro che sono ricoverati negli ospedali, nella case di cura, negli Hospice, nelle RSA, nelle Case famiglia. Tutti coloro che stanno vivendo il loro calvario personale insieme alle loro famiglie. Vi abbraccio tutti e vi porto nel cuore. Vi sono vicino con l’affetto e la preghiera.

Vostro in Cristo.

Diacono Nazzareno Iacopini

Direttore Diocesano per l’Ufficio della Pastorale della Salute